Domenica 06 settembre 2015

Sono le ore 04:15pm sul freccia rossa partito da Lecce per Roma. Alla fermata di Caserta sale sul treno una signora sulla settantina, ha un accento toscano, altisonante e pieno di una grande nostalgia borghese; indossa dei vestiti d’altri tempi e una quantità indicibile di monili d’oro, (credo provengano da un museo). I suoi compagni di posto, neanche fosse un caso, sono un fratello e una sorella originari di Roma sulla cinquantina, indossano delle polo bianche di Armani e tornano dalle vacanze in Puglia trascorse da soli in una delle tante località alla moda.

Mentre la signora si lamenta di quanti ragazzi di colore senza biglietto ci siano sul treno e del cattivo odore che questi emanano, la sorella le da ragione dicendo che aveva occupato l’unico posto libero per paura che uno di questi si sedesse con loro.

È assurdo sentire con quanta leggerezza questa parli di immigrazione, si lamenti della politica e biasimi gran parte degli italiani, soprattutto i nuovi giovani, che non possono permettersi un lavoro dignitoso per via della loro ignoranza.

Millantando strane alchimie che risolverebbero tutti i nostri problemi, come farebbe il mago di Oz, i due fratelli ostentano il loro desiderio di lasciare l’Italia per raggiungere parenti stretti o alla lontana – forse immaginari – trasferitisi alle Canarie, in Canada, in Inghilterra o persino in Australia.

Domenica 06 settembre 1965

Alla stazione di New York sul treno per Montreal una signora inglese sale sul treno. Nota degli italiani saliti furtivamente senza biglietto; hanno delle valigie di cartone, rattoppate alla meno peggio con dello spago. Sono maleodoranti e il loro aspetto non è dei migliori. Non parlano inglese e i cuor loro sperano che un giorno i loro parenti li possano raggiungere.

La signora scartabella nervosamente un libricino, cercando di evitarli con lo sguardo e occupa il posto accanto a lei con la sua borsa in pelle.

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